mercoledì 14 ottobre 2009
lunedì 6 luglio 2009
ARAZZO di BAYEUX animato!
Maddalena Monserrato, studentessa del Corso di Laurea in Lettere Moderne, segnala un filmato molto singolare, una "carrellata animata" dell'arazzo di bayeux... grazie!
http://www.youtube.com/watch?v=bDaB-NNyM8o&
mercoledì 3 giugno 2009
domenica 24 maggio 2009
venerdì 8 maggio 2009
Maria Antonietta MURACE, Il monastero greco di San Giovanni Therestys a Bivongi
Maria Antonietta Murace, studentessa del I anno del Corso di Laurea in Lettere Moderne, proponendo una ricerca sulla chiesa di San Giovanni Theristìs (Therestys) di Bivongi (RC), suggerisce un interessate spunto di ricerca inteso ad approfondire il tema del monachesimo greco-ortodosso in Calabria sotto molteplici aspetti, dalla eloquente persistenza artistica, agli esiti sociali e culturali della radicata convivenza dei due riti cristiani in un territorio, quello della Bovesia, che di tale struttura di lunga durata appare laboratorio privilegiato e pressoché esclusivo.
lunedì 13 aprile 2009
giovedì 9 aprile 2009
venerdì 20 marzo 2009
LA "CIVITAS CAPYTIUM" tra Medioevo ed Età Moderna (post di Paola Gugliandolo)
domenica 15 marzo 2009
Gregorio Magno e Benedetto da Norcia
Il monachesimo medievale.
I monasteri divennero centri importanti sia per l’economia rurale, organizzando lo sfruttamento delle risorse agricole, sia per la trasmissione culturale, in particolare grazie all’attività degli scriptoria in cui i monaci amanuensi trascrivevano i libri in forma di codice a carte rilegate (ma il libro dell’antichità era stato in forma di rotolo ossia di volumen, da cui il termine “volume”).
Soppiantando in gran parte le regole monastiche precedenti, le comunità benedettine maschili e femminili si diffusero rapidamente in Italia e poi in Europa, divenendo anche strumento utilissimo per l’evangelizzazione dei pagani.
Il pontefice Gregorio Magno diede particolare risalto al monachesimo benedettino, a cominciare dal fondatore, cui dedicò il secondo libro dei Dialogi, descrivendolo, secondo le norme dell’antica agiografia, in toni elevati ed avvolgendolo in una spiccata atmosfera di sacralità.
Gregorio, inoltre, indirizzò i monaci ad assumere un vero e proprio ruolo di “bonifica” morale e materiale nel difficile quadro in cui si trovava l’intera Europa e l’Italia in particolare, lacerata dalla conquista longobarda.
Le vicende dei singoli cenobi intessono il quadro storico del medioevo; si pensi che nel 577, nel corso della loro lenta avanzata lungo la penisola italiana, i longobardi distrussero il complesso di Montecassino e i monaci in fuga verso Roma salvarono il codice contenente la Regola di Benedetto.
L’espansione del cenobitismo benedettino si svolse in gran parte spontaneamente, anche se felicemente inserita in un quadro di forze che almeno in parte la favorirono. Si pensi, ancora, all’importanza rivestita dalle abbazie di Farfa, Nonantola, San Vincenzo al Volturno, Novalesa (in Val di Susa), contemporanee alla ricostruita Montecassino (717).
Nel cuore dei secoli medievali, la forma benedettina si legò alle sorti dell’impero di Carlo Magno e dei suoi successori, che ne favorirono il rafforzamento e ne decretarono la vittoria giuridica: nell’817 le norme benedettine vennero rese obbligatorie per tutte le comunità monastiche dell’Impero, che cessarono così di reggersi attraverso consuetudini separate.
Dalla famiglia primigenia presero corpo diverse consuetudini regolari: cluniacensi (sorti nel 910 presso il monastero di Cluny in Borgogna), cistercensi (monaci bianchi dell’abbazia di Cîteaux, istituita nel 1098), certosini (ordine eremitico fondato nel 1084 nel massiccio desertico della Grande Chartreuse presso Grenoble), vallombrosani (congregazione del monastero di Vallombrosa in provincia di Firenze, approvata nel 1055) e camaldolesi (fondati a Camaldoli presso Arezzo nel 1012 circa, in doppia forma sia eremitica sia cenobitica), che furono tutti l’esito di rivisitazioni e riforme della prima norma dettata da Benedetto.
Qualche spunto dalla Regola di san Benedetto.
(…) Come c’è uno zelo cattivo e amaro che allontana da Dio e conduce all’inferno, così c’è uno zelo buono che allontana dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna.”
sabato 14 marzo 2009
PLACITI CASSINESI e INDOVINELLO VERONESE
I (Capua, marzo 960)
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Be-nedicti.
II (Sessa, marzo 963)
Sao cco kelle terre, per kelle fini que tebe monstrai, Pergoaldi foro, que ki contene, et trenta anni le possette.
III (Teano, luglio 963)
Kella terra, per kelle fini que bobe mostrai, sancte Marie è, et trenta anni la posset parte sancte Marie.
IV (Teano, ottobre 963)
Sao cco kelle terre, per kelle fini que tebe mostrai, trenta anni le possette parte sancte Marie.
Se pareba boves
alba pratalia araba
& albo versorio teneba
& negro semen seminaba.
[Spingeva avanti i buoi (le dita)
solcava arando un campo bianco (la carta)
teneva un bianco aratro (la penna d'oca)
e seminava nero seme (l'inchiostro)]
ALCUINO DI YORK (Enigma del lupo, della capra e del cavolo)
[Propositiones ad acuendos juvenes (795 ca.)]
XVIII. PROPOSITIO DE HOMINE et CAPRA et LUPO
Homo quidam debebat ultra fluvium transferre lupum, capram, et fasciculum cauli. Et non potuit aliam navem invenire, nisi quae duos tantum ex ipsis ferre valebat. Praeceptum itaque ei fuerat, ut omnia haec ultra illaesa omnino transferret. Dicat, qui potest, quomodo eis illaesis transire potuit.
XVIII. ENIGMA DEL LUPO, DELLA CAPRA E DEL CAVOLO
XXVI. ENIGMA DEL CANE IN CORSA E DELLA LEPRE IN FUGA
Un campo ha una lunghezza di 150 piedi. Ad una estremità c'era un cane, e nell' altra una lepre. E in effetti il cane si mise in movimento dopo che la stessa, cioè la lepre, cominciò a correre. D'altra parte mentre il cane percorreva 9 piedi in un salto, la lepre ne percorreva 7. Dica, chi vuole, quanti piedi, ovvero quanti salti fecero, il cane inseguitore e la lepre fuggitiva, fino a che questa fu presa.
giovedì 5 marzo 2009
Tardoantico
TARDOANTICO (letture consigliate)
Gli approfondimenti sul mondo tardoantico devono prendere le mosse da P. BROWN, Il mondo tardo antico. Da Marco Aurelio a Maometto, Torino, Einaudi, 1974 e Genesi della tarda antichità, Torino, Einaudi, 2001. L. CRACCO RUGGINI, La fine dell’impero e le trasmigrazioni dei popoli, in La Storia. I grandi problemi dal medioevo all’età contemporanea, a c. di N. Tranfaglia e M. Firpo, II, Il Medioevo, 2, Popoli e strutture politiche, Torino, Utet, 1986, pp. 1-52, propone una trattazione aggiornata ed un profilo della produzione storiografica sul Tardoantico. A.SCHIAVONE, Il mondo tardoantico, in Storia medievale, Roma, Donzelli, 1998, pp. 43-64, H.BRANDT, L’epoca tardoantica, Bologna, Il Mulino, 2005 (da Diocleziano a Giustiniano), e soprattutto P.HEATHER, La caduta dell’Impero Romano. Una nuova storia, Milano, Garzanti, 2006 e J.M.H.SMITH, L’Europa dopo Roma. Una nuova storia culturale (500-1000), Bologna, Il Mulino, 2008, offrono le sintesi più recente e completano l’informazione bibliografica.
Per la formazione dell’Occidente latino-germanico il rinvio d’obbligo è agli interventi di Giovanni Tabacco, compendiati in G.TABACCO-G.G.MERLO, Medioevo, Bologna, Il Mulino, 1989, pp. 15-119. Sui barbari e i regni romano-barbarici si vedano M.ROUCHE, I regni latino-germanici (secoli V-VIII) e G.FOURNIER, Il regno franco, in La Storia, cit., pp. 89-144. S. GASPARRI, Prima delle nazioni. Popoli, etnie, regni fra Antichità e Medioevo Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1997. W.POHL, L’universo barbarico; F.MARAZZI, Dall’impero d’Occidente ai regni germanici; P. GUGLIELMOTTI, I franchi e l’Europa carolingia, in Storia medievale, cit., pp. 65-112 e 175-182, porgono sintesi molto accurate. I recenti saggi di G.ARNALDI, L’Italia e i suoi invasori, Roma-Bari, Laterza, 2002, C.AZZARA, Le invasioni barbariche, Bologna, Il Mulino, 1999 e L’Italia dei barbari, Bologna, Il Mulino, 2002, consegnano un profilo informato ed equilibrato e indicano tutta la bibliografia utile, cui si può aggiungere, per i Vandali, N. FRANCOVICH ONESTI, I Vandali. Lingua e Storia, Roma, Carocci, 2002.